Ho colto l’occasione di un viaggio a Lione per conoscere più da vicino il lavoro del CRATerre, ammirato finora dal di qua delle Alpi.
Sono arrivato ai Grands Ateliers di Villefontaine ‘dopo i fuochi’; l’aria ancora carica dei suoni e degli odori di quanti hanno lavorato giocando, imparando, insegnando, sporcandosi le mani nella terra.
Sul pavimento, ben ordinati, una serie di provini che mettono a confronto le fibre vegetali normalmente associate alla terra cruda, risultato di un atelier di formazione organizzato da amàco, di cui fa parte Nuria Alvarez, giovane architetta e amica che fa delle cose fantastiche insieme ai suoi amici del Colectivo Terron.
Al fianco dei locali a doppia altezza in ferro e vetro, un padiglione in pisé in fase di completamento. Nel piazzale antistante un gruppo di ragazzi dell’A&A di Londra stanno iniziando una serie di esperimenti sui ‘gusci’ in terra cruda…
Mi accorgo di camminare tra i miei desideri, di poterli toccare con mano e la domanda nasce spontanea: ma l’erba del vicino è davvero sempre più verde?
Quando, come, insieme a chi sarà possibile realizzare qualcosa di simile in Italia.
E già, perché nonostante i viaggi, o forse proprio grazie a loro, il mio desiderio è sempre più di poter godere in Italia di bellezze e opportunità che incontro nel mondo.
E questa volta il ‘mondo’ è così vicino che mi viene facile pensare di poterci parlare facendo correre la voce sopra e sotto il monte bianco magari usando il traforo del Frejus come un acceleratore di particelle e amplificare le nostre voci.
E non è finita…
Da tempo mi rifacevo gli occhi guardando le immagini del complesso di alloggi sociali realizzato a Villefontaine negli anni ottanta dall’OPAC della regione d’Isere, già ricca di esempi di costruyioni rurali in pisé, sulla scia degli studi condotti a Grenoble dal CRATerre e con l’intenzione di dimostrare che le pratiche utiliyyate fino a pochi anni prima, sono ancora valkidissime e in grado di essere declinate in forme e tipologie attuali:
con il nome Domaine de la Terre in una frazione del villaggio principale sono stati realizzati oltre 60 alloggi nelle tecniche costruttive in crudo maggiormente in uso: blocchi di terra compressi e stabilizzati, pisé, terra-paglia alleggerita.
Senza guida non è facile da trovare e soltanto dopo diverse soste e sguardi attoniti, un uomo è stato in gradi di indicarci la strada con tanto di cartina disegnata a mano; e anche una volta trovato il quartiere, l’oggetto del desiderio sembrava essere ancora lontano: dietro una cortina di case in cemento armato si nascondono quelle di terra e una giovane coppia, uscendo da un portone a poche decine di metri dalla prima casa in pisé, ci dice sinceramente dispiaciuta di non sapere proprio di cosa stiamo parlando e di provare a chiedere ad un passante dietro di loro. Nel volgere lo sguardo alle loro spalle, un muro in pisè fa bella mostra di sé.
Ed eccoci, dunque.
Perla nello scrigno dei già curati interventi di edilizia sociale della provincia francese, Il Domaine de la Terre si svela nella sua semplice bellezza passo dopo passo, dietro i piccoli cancelli in legno, nei percorsi che circondano gli isolati e sfociano in ampi giardini o micro-parchi, in cui il privato e il pubblico si fondono in un ambiente di grazia e convivenza felice.
E’ domenica, ed anche qui il panoramam è corredato di auto lavate e aspirate, di bambini che giocano a rincorrersi e farsi la finta-guerra con fucili di legno e mi arruolano come nemico: mi ritrovo a tendere agguati con le spalle contro al parete curva in pisé di un edificio che riprende le forme dei silos agricoli.L’obiettivo della mia camera è la bocca di fuoco dalla quale ripararsi ma anche verso cui correre ridendo al ritmo di uno squillante pa-pa-pa-paaaa!
Fingo la morte e il cielo è incorniciato dalle coperture in ferro e vetro ampie e generose a riparo delle pareti in terra, e dalle falde più modeste delle abitazioni in terra-paglia, rivestite in legno.
Mi scopro felice di cadere sotto i colpi di un fucile di legno, sognando di continuare a giocare con la terra fin quando ne avrò la forza, magari davanti quella che sarà la mia casa.
pa-pa-paaaaaaaa!
Per chi volesse saperne di più, consiglio la lettura di questo articolo sul sito del CED
E se dopo aver letto venisse voglia di fare un salto al di la delle alpi, segnalo l’indirizzo preciso per raggiungere il Domaine de la Terre:
Rue François Cointrereau, quartier des Fougères
38090 Villefontaine
45.603317, 5.173002